Si tratta di un insieme di anomalie che riguardano non solo la posizione reciproca dei denti nella rispettiva arcata (=malposizione), ma anche le alterazioni di forma e dimensione dello scheletro della faccia (mascella e mandibola), nonchè della funzione dei muscoli coinvolti.
Nella occlusione normale, anche definita occlusione di I classe, cioè nella normale modalità con cui i denti delle due arcate “chiudono”, avremo contatti ben distribuiti, secondo regole definite; in particolare l’arcata superiore, essendo più ampia, sopravanzerà nella giusta misura l’arcata inferiore e si porrà, in rapporto a questa, nella corretta posizione nei tre piani dello spazio, secondo un rapporto di armonia che non riguarda solo i denti, ma anche le strutture ossee e la funzione dei muscoli.
Nella malocclusione questa armonia non viene raggiunta, non necessariamente o non solo per una semplice malposizione dei denti, ma spesso anche per una alterazione dello sviluppo osseo mascellare o mandibolare.
Avremo perciò delle malocclusioni puramente dentali e delle più complesse malocclusioni dento-scheletriche.
Nella malocclusione di II classe l’arcata superiore si sovrappone in maniera eccessiva all’arcata inferiore.
Ad una II classe si associa spesso il morso coperto, in cui i denti frontali superiori in chiusura “coprono” buona parte dei corrispondenti denti inferiori.
Mentre nella malocclusione di III classe è l’arcata inferiore ad avere uno sviluppo più ampio, tale da sovrastare l’arcata superiore.
Si riconoscono altre anomalie della occlusione, come il morso aperto, in cui a livello del settore frontale non viene raggiunta la completa chiusura delle due arcate
Frequentissima è poi la presenza di affollamento degli elementi dentali, anomalia nota come “denti accavallati”.
L’affollamento si realizza quando esiste una discrepanza tra dimensione dei denti e spazio disponibile nell’arcata.